venerdì 25 settembre 2009

Craxi nel mio garage

Ho sognato Craxi nel mio garage. Stava nel cortile della casa di quando ero bambino. Parcheggiava l’automobile di mio padre, una Fiat 127 grigio metallizzato. Cosa ci faceva Bettino nel mio garage? Facile e scontato dire che stesse rubando qualcosa. E se anche fosse stato, dov’erano i suoi compari?
Ma Craxi invece faceva avanti e in retromarcia nel cortile di casa mia, con naturalezza, come se la macchina di mio padre fosse stata sua da sempre, anche se la testa grossa, tonda e sudata di Bettino faticava a stare dentro l’abitacolo, mostrando con evidenza il fatto che quella Fiat non gli appartenesse. Pareva voler ripassare con la vettura sull’asfalto la doppia linea curva che aveva creato con le gomme a forza di manovre, fino a renderla il più possibile scura rispetto al resto del piazzale.
Poi, vedendomi arrivare, ha tirato giù il finestrino con la manovella nera e mi ha chiesto dei consigli musicali, per un viaggio abbastanza lungo. Gli ho detto i Radiohead, anche se non li ascolto da un po’. Mi è parso dubbioso, dietro gli occhiali marroni chiari e spessi.
Ma la verità è che due sere prima avevo visto un documentario sull’ascesa e la scomparsa dei socialisti.

domenica 13 settembre 2009

I funerali di Stato di Elisabetta Canalis


Il corteo funebre si era mosso lentamente, frenato dalle migliaia di gocce di lacrime che dagli occhi lucidi avevano raggiunto il suolo di Milano. I milanesi, ma con loro gli italiani tutti, osservavano commossi, appoggiati alle pareti dei palazzi, o con i gomiti riposanti sulle transenne ornate dalle bandiere tricolori, il passaggio delle autorità giunte da Roma per rendere omaggio al feretro di Elisabetta. Nascosto tra la folla come un normale essere umano anche George Clooney, finalmente abbracciato al suo compagno, spiava per l’ultima volta quella che era stata in una lontana estate una sua avventura, un suo amore, o forse niente di tutto questo. Il serpente di auto, partito da Piazza Mike Bongiorno, si era snodato lungo Viale Pippo Baudo, fermandosi cinque minuti a causa della troppa gente nei pressi di Largo Fiorello. Dopo l’ex Parco Sempione (da poco giustamente ribattezzato “Giardini di Costanzo e Maria De Filippi”) la bara bianca rossa e verde contenente la bella Elisabetta era infine arrivata, attraverso la pedonale Via Simona Ventura, in Piazza Duomo. Qui le note dell’inno nazionale avevano fatto rabbrividire tutti i presenti, ma sarebbe più corretto dire tutti gli italiani, anche quelli che, incollati davanti ai teleschermi, da nord a sud mormoravano ciao Ely, eroina di questo Paese, non ti dimenticheremo mai, grazie.

domenica 6 settembre 2009

Attenzione: Savio vi dice chi vince lo Scudetto, chi va in B, chi tornerà in A, chi sarà il Capocannoniere


Certo poi magari in questi ultimi giorni di mercato cambia tutto e l’Inter presta gratuitamente Maicon al Bari, Eto’o e Balotelli al Livorno, Quaresma Mancini Vieira al Catania. Ma insomma, al momento questo e il mio pronostico, la mia classifica al contrario.
(Ho scritto queste righe prima del 23 agosto, lo giuro, ma le pubblico solo ora perché sono pigro, ho poco tempo quando lavoro e forse tra vivere e scrivere non ho scelto la seconda ma una via di mezzo, e la settimana prossima poi mi sposo e ho dovuto organizzare un po’ di cose).


20) CATANIA
Orfano di Zenga che ha deciso di cambiare angolo di Sicilia per vincere il tricolore, vedo il Catania come indiziato numero uno alla retrocessione. Manca un centravanti capace di garantire i gol necessari per la salvezza, a meno che Morimoto non renda costanti le promettenti qualità espresse l’anno scorso, ma è pur sempre un calciatore giapponese non di cartone animato, e allora quindici/venti gol non può farli dai. Il paio di innesti provenienti dal pur solitamente affidabile campionato argentino (il difensore centrale Spolli ad esempio, un nome che mi fa venire l’acquolina) non dovrebbero bastare.

19) LIVORNO
Dopo aver vinto con merito lo spareggio per la serie A contro una squadra lombarda della quale al momento mi sfugge il nome, il Livorno si ritrova adesso nella serie maggiore con più di una possibilità di tornare in quella minore. Diamanti e Tavano, fenomenali nello scorso campionato, potrebbero non bastare, anche se il ritorno di Lucarelli (che alla fine era ritornato sui suoi passi accettando da Parma quel miliardo che aveva rifiutato anni prima da non mi ricordo chi) potrebbe consentire ai labronici di salvarsi.

18) BARI
Con il Toro, il Bari potrebbe sembrare la rosa più forte della serie B. Purtroppo però il campionato che deve affrontare quest’anno la squadra allenata da Ventura è la serie A. Possibilità di rimanerci ne vedo poche. Ci vorrebbe un miracolo, ma nel nostro Paese ogni squadra ha il suo santo, e i miracoli spesso si annullano a vicenda. S. Nicola però è tra i più potenti, quindi magari mi sbaglio. Vedremo, la confusione societaria e l’addio del motivatore Conte complicano la situazione.

17) ATALANTA
Perso Floccari è arrivato Acquafresca e nulla in termini di qualità offensiva dovrebbe cambiare. Doni garantirà i necessari lampi di classe, almeno per una ventina di partite, centrocampo e difesa appaiono solidi. Salvezza sicura, a meno che l’esordiente in A Gregucci non combini pasticci.

16) BOLOGNA
Di Vaio non può segnare ancora 24 gol, ma Papadopolu si è dimostrato più di una volta un ottimo tecnico per chi vuole salvarsi quindi sotto le due torri sarà ancora festa in maggio, specie se Osvaldo comincia a buttarla dentro qualche volta.

15) CHIEVO
Dopo l’ottimo lavoro della scorsa stagione, Mimmo Di Carlo è chiamato a trasformare in realtà l’ennesimo sogno del Chievo. Originale quest’ultima frase, bravo Savio. Pellissier, che mi auguro abbia il buongusto di NON ripetere la tripletta contro la più bella squadra di Torino, dovrebbe trascinare il resto della (buona e ben organizzata) squadra veronese.

14) CAGLIARI
Un bravo mister: Allegri, un ottimo portiere: Marchetti. Ma l’attacco pare un po’ spuntato, salvo improbabile reintegro di Gigggi Riva. Quindi salvezza, ma con qualche patema in più rispetto alla straordinaria stagione 2008/2009.

13) SIENA
Con un altro allenatore condannerei il Siena alla B, ma Giampaolo è uno dei miei pupilli, con quel suo sigaro che mi ricorda il primo Lippi, quello magro. E con quei suoi cartelli appesi nello spogliatoio con frasi del tipo “TRASFERISCI NELLA MENTE DEI GIOCATORI LA TUA VOGLIA DI VITTORIA”. Così almeno mi pare di aver letto velocemente durante un servizio di Sky Sport (da quest’anno sono un uomo nuovo, ho Sky. Addio Bargiggia, le tue inutili e spettinate analisi tecnico tattiche non mi riguardano più). Siena salvo quindi, e la prossima stagione una squadra di livello superiore per Giampaolo, dai!

12) PARMA
Se il bresciano Ghirardi avesse prelevato il Brescia qualche anno fa, io ora starei qui a parlare della squadra della mia città in serie A. Ma il presidente dalla faccia tonda ha scelto Parma, e anche quest’estate ha speso, consegnando a Guidolin una buona rosa. Sistemata la difesa con Panucci. Il centrocampo Morrone-Mariga-Galloppa è promettente, davanti Paloschi riuscirà ad assomigliare sempre più a Inzaghi, gol compresi. E se Bojinov tornasse quello pre-infortuni…

11) UDINESE
Eccetto Quagliarella (ma è un eccetto non da poco), l’Udinese è quella dello scorso anno, da zona Uefa, o poco più sotto, cioè dove la metto io. Probabile ripetizione del consueto andamento in stile montagne russe per la squadra di Marino: partenza a razzo, flessione invernale, fioritura primaverile.

10) LAZIO
Mercato ancora apertissimo per la Lazio e tutto quindi potrebbe cambiare, con o senza i “dissidenti”, ormai un’abitudine dell’era Lotito. Ballardini da bravo tecnico saprà trovare la quadratura e le Aquile voleranno anche oltre la metà classifica, grazie ai gol di Zarate che quest’anno potrebbe anche decidere di stupire ancora di più, passando ogni tanto il pallone.

9) SAMPDORIA
Il Doria muta schieramento dopo gli anni di Mazzarri, contrassegnati dal 3-5-2. Ma i giocatori sono gli stessi, e senza coppa Uefa (difficilmente gestibile con una rosa non abbondante) penso che i blucerchiati possano anche giocare uno scherzo ai cugini genoani per quello che riguarda la supremazia sotto la Lanterna. Del Neri è l’allenatore adatto: ottimo allenatore per medie squadre. 4-4-2 con esterni offensivi, a Genova nella prossima stagione si vedrà il miglior calcio d’Italia.

8) GENOA
Medesimo impianto di gioco, spettacolare e vincente, ma Motta e Milito sono difficilmente sostituibili. Però chi propone un collaudato meccanismo di gioco solitamente riesce a mantenerlo anche cambiando gli interpreti, e gli osservatori del Genoa in questi anni hanno dimostrato di saper trovare in giro per il mondo ottimi giocatori. Mi piacerebbe se il Genoa vincesse la coppa Uefa.

7) PALERMO
Il futuro allenatore dell’Inter non riuscirà a vincere lo scudetto, ma a qualificarsi per l’Europa minore direi di sì. Di Pastore avevo parlato a certi stupiti colleghi di lavoro già nel dicembre scorso, dopo averlo visto giocare in una partita del campionato argentino. Non mi avevano ascoltato, anche perché nessuno di loro è proprietario di una squadra di calcio. E con il giovane talento argentino ci sono Cavani, Miccoli. E in difesa Kijaer, che spero si scriva così.

6) ROMA
Il grande enigma. Roma o Rometta? Rossella Sensi sta appesa con le unghie alla parete di roccia, ma le Dolomiti di Trigoria si sgretolano sempre più, e prima o poi scivolerà definitivamente, finendo lunga e diritta in una scarpata. Economicamente siamo allo sbando (uno sbando che altrove avrebbe portato forse alla scomparsa della società). Spalletti è bravo ad ottenere il massimo da giocatori sui quali non tutti scommetterebbero, si pensi al Brighi della scorsa stagione. Problemi potrebbero essercene anche in porta considerata la fragilità fisica di Doni. Il presunto undici titolare è di valore, la panchina no. Totti senza infortuni farà 19 gol, con 5/6 rigori.

5) FIORENTINA
Il tentativo di imitazione dell’Arsenal in salsa italiana potrebbe arrivare al terzo oppure al quinto posto. Zanetti e Marchionni sono due buoni innesti, ma non è possibile non avere una valida alternativa per Gilardino, il quale non potrà giocare ogni domenica e mercoledì. Jovetic, evoluzione temporale più avanzata e riccia di un giovane Antognoni, spero trovi maggiori spazi. Mi piace vederlo giocare. Un Branduardi più tecnico.

4) NAPOLI
Il presidente De Laurentis, con i suoi occhiali da sole bordati di plastica bianca come quelli di certi adolescenti che come aggravante ascoltano pure D’Agostino (non uno dei registi della nazionale ma Gigi, il temibile Dj) ha speso bene. Uno dei difensori più forti del campionato: Campagnaro. Il miglior giovane costruttore di gioco: Cigarini. Il fluidificante più sorprendente dello scorso torneo: Zuniga. Un centravanti che potrebbe anche fare 20 gol: Quagliarella. E il tutto va ad aggiungersi a una serie di giocatori ottimi (se non frequentano Night club). Il bergamasco Donadoni, che incontravo ogni domenica mattina mentre si recava con la moglie a messa quando era selezionatore della nazionale (c’incrociavamo sempre all’altezza dell’edicola di Piazza Piemonte, con il Dunadun che comperava il giornale, e io alle sue spalle che lo incalzavo telepaticamente con tre semplici parole: “Convoca Del Piero. Convoca Del Piero” potrebbe fare il miracolo, nonostante le altalene umorali di un pubblico sempre in equilibrio precario tra meraviglia e follia: Napoli in Champions League! Jamme Jamme Ja' funiculì funiculà, ueh! (mi sento in dovere di aggiungere).


3) MILAN
Huntelaar lo volevo alla Juve, ma Galliani l’ha portato al Milan. Pensavo di meritare maggiore rispetto da parte di Adriano. Se verrà fatto giocare con continuità l’olandese potrebbe diventare il centravanti rossonero del futuro. Ma tra Borriello, Pato, Inzaghi e Ronaldinho quanto spazio troverà? La squadra di Leonardo in attacco mi sembra potenzialmente molto forte, a centrocampo ottima nei titolari ma imbarazzante nelle riserve. In difesa buona centralmente se resiste Nesta e sconcertante sulle fasce dove Zambrotta e Jankulovski esalano gli ultimi, affannosi respiri di una eccellente (l’italiano) e dignitosa (il ceco) carriera di fluidificanti. I “se” nel Milan sono troppi per poter pensare di vincere lo scudetto. Se Leonardo sarà un bravo allenatore, se Nesta non avrà mal di schiena, se il mio amato Pirlo non sarà costretto a fare ancora sessanta partire all’anno…In definitiva, Milan terzo.

2) JUVENTUS
Dio, quanto ti amo squadra mia. Scusate, mi sono lasciato prendere. Perché sono juventino, mi chiedo a volte.
Spiegazione letteraria: perché Juventus è una bella parola. Une delle più belle che io conosca. La pronunci e riempie la bocca. E la sua versione abbreviata? Juve. Ugualmente bella. Quanto ha fatto la Juve? A che squadra tieni? Io? Alla Juve. E tu? Io no. Fin da quando sono bambino cammino in casa o per le strade e ogni tanto mi scopro a scandire: Juventus. Mah, sarò matto.
Spiegazione famigliare, 1: mio padre era interista. Obiettivo dei figli deve essere provare a migliorare ciò che hanno fatto i padri. Per questo sono juventino.
Spiegazione famigliare, 2: mia sorella, adolescente negli Ottanta, era innamorata come molte coetanee dell’Antonio più bello d’Italia: Cabrini. Mi convinse ad amare se non Antonio quantomeno la squadra nella quale giocava.
Spiegazione logica: la Juve di Trapattoni vinceva e vinceva. E c’era Michel Platini. Non potevo restare insensibile al fascino dei vincenti, insomma ero un bambino. Anni dopo, durante un’influenza con febbre a 39, ricordo che ebbi un tentennamento per il Milan di Sacchi, Gullit e Van Basten. Non cambiai fede, ma come non dubitare di fronte a quel gioco spumeggiante mai visto prima?
Ma torniamo alla prossima stagione. Buffon, Cannavaro, Melo, Diego, Amauri. Questa spina dorsale mi fa ben sperare, e in generale la rosa mi pare possa giocarsi lo scudetto con l’Inter, fatta eccezione per le fasce dove Molinaro De Ceglie Zebina Grygera mi lasciano, per diversi motivi, qualche perplessità. Ma il resto mi piace. Un attacco completo, un potenziale fuoriclasse come Diego (eh sì, ho detto fuoriclasse, cioè più di un campione) rincalzi adeguati a centrocampo dove il rientro di Sissoko rappresenterebbe l’ultimo tassello. L’unica incognita è il rendimento di Cannavaro, ancora uno dei migliori difensori del mondo, ma a 36 anni non potrà giocare sempre in Campionato e in Champions. E se durante una sua assenza, il pur generoso Legrottaglie si rimette a comandare alla difesa di fare il fuorigioco a metà campo manco fosse Franco Baresi? A Ciro Ferrara il compito di essere più bravo di Ranieri, di avere una mentalità più vincente, e l’augurio di essere più fortunato del suo predecessore.

1) INTER
Premetto che considero quello di questi anni dell’Inter non un ciclo vero e proprio (come i precedenti di Juve e Milan) ma un “ciclo breve”, come quelli delle lavatrici, in quanto sorto nell’estate del 2006 sulle ceneri di quel grottesco avvenimento, tipicamente gestito all’italiana, conosciuto con il nome di Calciopoli. Detto questo e non volendomi dilungare ulteriormente su questo tema, perché amo il calcio, l’Inter ha poi vinto tre scudetti, ma in Europa è stata la solita di sempre. In agosto però Moratti ha fatto un capolavoro: vendere un ottimo giocatore e prenderne cinque altrettanto validi. Per questo l’Inter resta la favorita numero uno in Italia. Se poi Mourinho riuscirà a dare un gioco alla squadra, cosa per ora mai accaduta, l’Inter quest’anno potrebbe anche arrivare in finale di Coppa dei Campioni. Poi si vedrà. Anche perdere ai rigori è comunque bello, parlo per esperienza. Inter completa in ogni reparto, forse solo davanti un eventuale infortunio di uno tra Eto’o, Milito e Balotelli (cosa deve fare questo povero ragazzo per giocare un po’ di più?) potrebbe complicare i piani tattici e mediatici dell’uomo di Setubal.

Come Capocannoniere dico Eto’o con 24 gol.
Dalla serie B verranno promosse Torino, Reggina e…Brescia dai, nonostante il mercato surreale che hanno condotto quest’anno i dirigenti delle Rondinelle.